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Sono io. Io spiccicata, proprio io.

venerdì 27 giugno 2008

"Antò, fa caldo...."

Circa trenta minuti fa, sotto l'ombrellone di un'ottima gelateria, mi era venuta in mente un'idea abbastanza simpatica per un post.
Qualcosa a proposito di un fenomeno di cui tutti siamo tutti spettatori non appena l'innalzamento della colonnina di mercurio ci convince ad indossare bermuda e infradito: il metamorfismo femminile estivo.
Dove stanno d'inverno tutte queste cosce abbronzate? E' il caldo che fa esplodere taglie prime striminzite in fiorenti quarte abbondanti? I tatuaggi sono simbolo di un passaggio esistenziale o fanno da "X" come su una mappa del tesoro erogeno? Ma soprattutto...
dove va a finire quel simpatico palo di legno che le suddette e presunte "fighe" si trascinano nel posteriore per tutto il grigiume invernale insieme ad una sporta di stizzito acidume? Ipotizzo la sublimazione di tale manico complice il caldo: non ho mai visto tanta disponibile socialità e frivola spigliatezza in tipe che durante un sabato di novembre, in discoteca, non avrebbero degnato di uno sputo il tamarro culturista che ora allisciano come un gatto persiano tra un cucchiaino di yogurt al lampone e l'altro.
Grandi. Mitiche. Continuate così.
Sarò una vostra discepola.

mercoledì 25 giugno 2008

Dal libro "Mille inutili motivi per (ri)aprire un blog":

Le prime righe del primo post del tuo primo (ma anche no) blog dovrebbero farti toccare il proverbiale apice.

Bisogna scrivere qualcosa di intrigante, appetitoso, piacevole nello scorrimento testuale e nell'argomentazione, magari con qualche battutina ammiccante e ingegnosa, una citazione colta e/o spiritosa ma sempre attinente, che non lascino spazio alla noia e, peggio che mai, alla banalità trita e ritrita.
Ma, cosa fondamentale, devi avere una motivazione, un perchè solido e significativo come un totem, che descriva cosa ti ha spinto a intraprendere il tuo viaggio da blogger e che ti ponga come un possibile puntolino di riferimento nell'universo del web.

Purtroppo qui, signori miei, tocchiamo il proverbiale fondo.

Già, perchè il porquoi esistenziale di questo blog è rappresentato da un banalissimo, inutile, quanto mai traviante per il lettore aggeggino accessorio da blog, la cui funzione distraente dal testo, dal succo del discorso, è pari a quella esercitata da una comoda poltrona con annessa fontanella al centro della sala di calchi greci al termine di un tour museale durante la gita di quinto liceo: "oh, finalmente qualcosa su cui vale la pena posarsi" (le chiappe, se siete in gita)

Ed eccolo qui, il Big Bang del mio blog:




Piuttosto disarmante, come "inizio-del-tutto". Lascia perplessi, ne convengo. E se credete che io non sia normale a elevare tale sgorbietto a grado di incipit, pensate che il tale che me lo ha fatto scoprire, non solo lo ha assunto a overture per il secondo blog (visto che il primo lo usa per fare il dandy intellettualoide e non si può sputtanare..), ma siccome UNO non gli bastava, ha ben pensato di prenderne sette. Sette.

Ma d'altronde, come si fa a resistere ad un Fetus...?

"Sono tantissimi, dolcissimi, carinissimi! Collezionateli tutti! Uno in ogni confezione!"

*spero abbiate notato le "battutine ammiccanti e ingegnose", "le citazione colte e/o spiritose ma sempre attinenti", i numerosi termini presi in presito dal francese, dall'inglese e, anzichenò, dal latino. Sicuramente avrete già dimenticato il motivo di questo post, ovvero illustrarvi il motivo di questo post, ma mi avrete assunto a "possibile puntolino di riferimento nell'universo del web". Cosa che naturalmente non farà il Maraxenis.
Au revoir, mes amis, au revoir....